Vita da traduttore: tra oasi e deserti!

La vita da traduttore è simile a un viaggio tra deserti alla ricerca di una meravigliosa oasi.

Francesca Brotini, guest author, specializzata nella traduzione per il settore del turismo e dei viaggi, ci propone un viaggio onirico nella vita da traduttore

Qual è il tuo deserto? E qual è la tua oasi?

Benché il computer sia un grande amico e compagno d’avventure nella vita da traduttore, non si può certo dire che questo sia il classico mestiere d’ufficio. Il traduttore, in realtà, si trova costantemente a percorrere deserti alla ricerca di una meravigliosa oasi piena d’acqua. Cosa intendo?

Ovviamente, non voglio dire che i traduttori si mettano una kefiah in testa ed escano di casa con direzione dune del Sahara. Mi riferisco piuttosto allo stile di vita classico del mestiere.

Parliamone.

I deserti nella vita da traduttore

Ogni traduttore, anche più volte nella sua carriera, si trova in una situazione simile a un lungo cammino in un deserto arido, mi riferisco ad esempio al momento in cui si appresta ad avviare la sua professione, come ho descritto in un altro mio articolo che puoi leggere qui, oppure a quando dopo aver concluso dei progetti importanti si trova a doversi impegnare in strategie di marketing o di personal branding per cercare un nuovo progetto o nuovi clienti. È un cammino difficile, inizialmente arido perché i risultati non sono sempre numerosi e floridi, si cammina, consapevoli di andare nella giusta direzione, sperando che prima o poi, passo dopo passo, avvisteremo una ristorante oasi in lontananza verso la quale correre a più non posso.

Le oasi nella vita da traduttore

Le oasi di ogni traduttore, come avrete capito, sono nuovi progetti e nuovi clienti. Anche se dobbiamo ammettere che queste oasi non sono sempre così “ristoranti”. Clienti che non hanno una visione chiara della complessità della professione, deadline impossibili, mancati pagamenti, copie di partenza da convertire in 87 formati differenti prima di poterci lavorare, indicazioni inesistenti o poco chiare, possono trasformare l’oasi in un miraggio, e potremmo trovarci nuovamente in un deserto, nell’aridità di un altro cammino difficile.

Ma non preoccupatevi, se esiste un deserto esiste una nuova oasi a cui puntare, che, in questa circostanza, è rappresentata dalla consegna dell’arduo progetto. Giusto il tempo di tirare un sospiro di sollievo, essere soddisfatti dei nostri sforzi e tirarci una pacca sulla spalla e siamo di nuovo nel deserto iniziale, alla ricerca di una nuova oasi o di una nuova avventura, possibilmente piacevole questa volta.

Tra deserti e oasi, come rendere la vita da traduttore più piacevole?

E allora come rendere il viaggio più piacevole? Magari invece di ricercare un’oasi potremmo alloggiare in un comodissimo resort, o magari scegliere di percorrere il meraviglioso deserto fiorito dell’Atacama e almeno godersi uno dei sorprendenti quadri che la natura regala.

Come ogni resort stracolmo di lusso, avanguardia e comodità, bisogna prima di tutto poterselo permettere, perciò un traduttore non dovrebbe mai smettere di investire su sé stesso, specializzarsi, aggiornarsi, aumentare le proprie capacità, esperienza e unicità all’interno del settore.

Adesso che abbiamo a disposizione il budget giusto, non resta che scegliere. Ci siamo scelti un lavoro guidati dalla passione ma anche dall’apprezzamento della libertà che lascia, perciò non sarebbe coerente essere i sudditi dei nostri clienti, possiamo essere molto di più, possiamo collaborare con loro, e in ogni collaborazione che funzioni, sono necessari rispetto, chiarezza e comprensione. Possiamo scegliere per chi lavorare, forse all’inizio ci vorrà un po’ di gavetta, sarà necessario dormire in qualche tenda tra una duna e l’altra, ma, all’inizio, non per sempre.

Il buongiorno si vede dal mattino, e spesso anche la serietà dei potenziali clienti (gestione delle prove di traduzione, tariffe, combinazioni linguistiche proposte ecc.). Ai clienti che non conoscono bene il settore, spieghiamo, questo fa bene a noi, ma avere aspettative realistiche fa bene anche a loro, alcune richieste potrebbero essere impossibili, altre grazie alla conoscenza della professione possiamo anche farle meglio di quello che ci richiedono.

In conclusione: la vita da traduttore è una grande avventuta!

Ora che abbiamo stabilito il budget e il resort dove alloggiare, possiamo comunque fare un salto nel Sahara di tanto in tanto, ma questa volta per un vero senso di avventura, o magari per un bel safari. 

Probabilmente state pensando “facile a dirsi”, e avete ragione, la pratica è tutt’altro, ma vorrei concludere con una citazione di Albert Einstein: “Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità“.

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